Descrizione Generale | La Dinamica
Erosiva
Vulcanesimo e sua Evoluzione
Risulta difficile sintetizzare in forma semplice il caotico susseguirsi di quei
fenomeni vulcanici che hanno ripetutamente sconvolto la regione. Si cercherà pertanto di
tracciare un filo conduttore schematizzato in fasi, che sì snodi nelle vicende delle
varie ere geologiche succedutesi e che porti ad una comprensione, sia pure generale, dei
principali avvenimenti geologici avvenuti nel quadro dell'evoluzione paleogeografica del
territorio.
- Prima fase
Il paesaggio nell'Oligocene era rappresentato da dorsali montagnose costituite da rocce
cristalline, prevalentemente granitiche, le quali andavano lentamente degradando da NW.
verso SE. fino a costituire il basamento di un ampio bacino salmastro.1 principali
lineamenti orografici erano caratterizzati dalle propaggini meridionali del massiccio di Kırşehir che si articolavano in due catene allungate: una
formata dall'Ismail Tepe, dal Kargın Dağ e dal Kabak Tepe, l'altra dall'Idış Dağ,
divise tra loro da un'ampia vallata. Nel Miocene avvenne il riempimento dei bacini
salmastri e, a causa del clima caldo umido, i versanti delle dorsali subirono un'intensa
azione di alterazione e di dilavamento, acquistando quella morfologia tondeggiante che
persiste tuttora. Ai piedi delle catene suddette si estendeva dunque una grande piana
paludosa, coperta di vegetazione tropicale, in cui vivevano grandi proboscidati carnivori,
giraffidi, equidi. La piana era localmente interrotta da emergenze del basamento
cristallino che in pratica sì riducevano a colline di limitata elevazione che
movimentavano la monotonia dell'ambiente. Nel frattempo si andavano formando alcuni bacini
lacustri i cui depositi si possono ancora osservare nei sedimenti ad W. di Avanos ed in
quelli ad E. di Ürgüp.
- Seconda fase
In seguito ai movimenti orogenetici alpini che provocarono la formazione della catena
del Tauro, immediatamente a S. del territorio, nel basamento cristallino si formarono
delle profonde fratture, a vaste maglie rombiche, lungo le quali si verificarono
sprofondamenti differenziati.
Le direttrici di tali fratturazioni erano orientate da NW. a SE. e da NE. a SW. Tipici
esempi di sprofondamento a gradini, ancora visibili sono la depressione del Tuz Gölü (Lago Salato), quelle della pianura di Kayseri e di Yeşilhisar, nonché la depressione che
costituirà in seguito la valle dei Kızılırmak.
L'intensa e profonda fratturazione creò contemporaneamente la possibilità di consistenti
risalite magmatiche che dettero luogo alla formazione dei principali centri eruttivi
costituiti dai coni dell'Erciyas Dağı (Foto 12), dei Develi
Dağ, del Melendiz Dağları, del Keçiboydoran Dağ e dell'Hasan
Dağı (Foto 13).
Si può immaginare quindi lo svilupparsi di una catena di fuoco, disposta a ghirlanda,
dalla quale fuoriuscivano, con alterni periodi di quiescenza e di fasi esplosive, nuvole
ardenti, ceneri, lapilli, scorie ed immani colate laviche le quali, discendendo dai
fianchi dei nuovi apparati si insinuavano nelle valli e nelle pianure per disperdersi nei
bacini lacustri, modificando completamente il volto del paesaggio. Mentre infatti da un
lato si formarono le nuove contorte emergenze dei coni vulcanici, dall'altro i prodotti di
eiezione e di eruzione livellarono le depressioni vallive esistenti, facendo assumere al
territorio un primitivo aspetto di plateau. Le ceneri ed i lapilli, cadendo, alimentarono
i depositi dei bacini lacustri, modificandone le profondità ed i contorni.
- Terza fase
Prosegui, sempre con fasi alterne, l'attività dei principali centri eruttivi i quali,
ingrandendo sempre di più i loro apparati, andarono a costituire la catena montuosa dei
rilievi vulcanici, parallela a quella del Tauro. Tale attività terminerà in epoca
storica con eruzioni minori e manifestazioni fumaroliche. Volendo dare una dimensione del
fenomeno si può prendere come esempio l'eruzione vulcanica dell'Erciyes Dağ di Kayseri.
All'inizio del Miocene, come è stato detto, cominciò una eruzione andesitica che andò a
costituire un cono del diametro di 30 km. Segui alla fine del Pliocene, una fase
estremamente violenta con traboccamento, dal cratere, di nubi ardenti, dovute ad
esplosioni di magmi molto acidi. Il loro deposito dette luogo a gigantesche coltri che
hanno interessato un'area di 10.000 kmq. Dal Pliocene al Pleistocene si ebbe l'emissione
di enormi colate di lava fluida (basalti). Avvicinandoci ai tempi storici l'attività
diventò sempre meno intensa e le eruzioni assunsero carattere vetroso ed andesitico. La
quiescenza fu preceduta da cospicue manifestazioni fumaroliche.
- Quarta fase
Nel plateau, formatosi dai prodotti piroclastici dei più grossi centri eruttivi,
avvenivano altre manifestazioni vulcaniche di intensità minore, localizzate lungo linee
di frattura, che contribuirono a modificare continuamente la morfologia dei luoghi.
Appartengono a queste manifestazioni minori gli apparati vulcanici di Nevşehir, di
Yeşilhisar, del Tekke Dağ e Topuz Dağ, di Bayramhacılı, del Kara Dağ, e di Acıgöl.
In seguito al susseguirsi di queste eruzioni il bacino lacustre di Ürgüp si allargò
notevolmente, diminuendo di profondità, ed assunse una linea di costa passante per
Ürgüp, Ayvalıköy, Mustafapaşaköy. Nel lago poi si andarono a riversare i depositi
terrigeni ed argillosi prodotti dall'alterazione delle strutture preesistenti; i quali, ne
coprirono le rive colmando le depressioni del substrato. Intanto il Kızılırmak, dopo
varie oscillazioni e deviazioni, prese il suo assetto attuale impostandosi grosso modo
lungo una delle direttrici di fratturazione situata alla base del Idış Dağ. In seguito
ad abbassamento dell'alveo fluviale i bacini lacustri residui vennero svuotati ed ebbe
inizio l'intensa attività erosiva.
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